Il momento dell’amore
A volte in estate ho questa bella occasione: legarmi ad un elastico e saltar giù da un albero.
A volte in estate ho questa bella occasione: legarmi ad un elastico e saltar giù da un albero.
La Terra ci nutre con abbondanza e generosità, ma non sempre è facile essere aperti e ricettivi al suo sostentamento. Con questa pratica risvegliamo la memoria insita in noi dell’essenza delle radici e dell’energia dell’Esagono, base del nostro nutrimento, della cura e della materializzazione.
Veniamo dallo spirito, ne siamo emanazione.
Ricordare e sentire questa nostra provenienza è una grande gioia, ma comporta anche una enorme responsabilità.
La struttura che diamo al nostro tempo, ai nostri pensieri, alle azioni e in generale alla nostra vita è la casa in cui lo spirito può essere accolto e tramite noi risuonare nel mondo. È necessario curarci di noi e della qualità della nostra struttura fisica, mentale, emozionale, sentimentale. Per prenderci cura di noi e del mondo, ma soprattutto per onorare lo spirito da cui proveniamo.
Vivi il tuo giorno come fosse un rituale. L’ordinario è la struttura in cui il divino si incarna. Ogni piccolo o grande gesto nella materia, può essere punto di contatto con l’Uno.
Perchè non provi a darti un po’ di fiducia? Che te lo ricordi o meno, quel che vivi ora lo hai scelto tu. Invece di metterlo in dubbio, prova a credere in te, all’amore con cui hai scelto in passato, al tuo valore. L’energia che impieghi per dubitare di te, mettila nel vivere il presente!
Ieri ci dicevamo: quel che ho attorno mi rispecchia. E giustamente diverse persone mi hanno detto: NO!
Una cosa che si è fatta ancor più evidente in questo inizio anno è che la teoria da sola non è altro che un peso. Allo stesso modo però, è anche sempre più chiaro che la vita “vissuta a caso” è ancor più caotica e insoddisfacente. Quel che sento forte …
Ho pubblicato una nuova pagina di diario nel mio blog “Il Drago e il Mutaforma”. Racconta di come l’ascolto della roccia ci possa condurre a trovare il punto fermo di tutti i movimenti e tutte le trasformazioni. Un tempio interiore in cui il nostro suono originario risuona.
“Davvero ricordi la vita in cui fosti con il profeta?” “Si.” Volava un falco alto nel cielo. Senza fatica, ci trovammo in un ricordo. Limpido come il suo volo.
“La solitudine non esiste”. Lo disse con quel suo tono casuale, quello che spesso sceglieva per insegnarmi le cose.